martedì 11 giugno 2013

Non solo Appia



“Il territorio di Sessa Aurunca è ricchissimo di risorse che potrebbero creare migliaia di posti di lavoro. Abbiamo bellezze naturali, monumentali, archeologiche, storiche, agricole, alimentari, un  vero bacino di potenzialità dormienti” Ha affermato il circolo locale nella persona della sua responsabile, Giulia Casella, che ha continuato: “Ma molte sono anche le emergenze che ci costringono, come ambientalisti, a denunziare la gravità e l’impatto che hanno sull’ambiente e sulla salute pubblica”.
LE INDAGINI - “Il primo problema su cui vogliamo puntare l’attenzione  - spiega Casella – è la questione dei rifiuti smaltiti sotto il manto stradale dell’Appia, tra il km 160 e il km 160.400. Il fatto risale a più di un anno fa, anche se solo adesso si incomincia a parlare della natura tossica degli elementi  - berillio, cadmio, asbesto, tungsteno, vanadio – che sarebbero stati sepolti nel tratto di strada in questione, almeno a quanto scrivono alcune testate giornalistiche.  Il tratto di strada in questione, posto sotto sequestro dal giudice per le indagini preliminari Caparco del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sarà sottoposto a ulteriori e più approfondite indagini di cui speriamo, come cittadini e consumatori, di venire al più presto a conoscenza.
Il fatto, se è accertato,è gravissimo per le ricadute che i suddetti elementi possono avere sulle coltivazioni limitrofe, se non addirittura sulla falda acquifera. Chiediamo che siano rimossi tali rifiuti tossici dal sito, che siano individuati al più presto i responsabili di quello che, se vero, è un vero e proprio atto criminoso, e sottoposti al rigore della legge.
Riteniamo che i tempi di attesa troppo lunghi per l’accertamento della verità, non aiutino i cittadini ad avere fiducia nelle istituzioni.
Anche per l’altra indagine relativa alla centrale nucleare del Garigliano, svolta dalla Guardia di Finanza e da esperti della CISAM di Pisa, su delega del sostituto procuratore della Repubblica Giuliana Giuliano del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nonostante l’allarme suscitato nelle popolazioni per ipotizzare dosi eccessive di concentrazioni di radioattività nella centrale e negli scarichi del fiume, non c’è stata ancora una svolta che ci consenta di essere informati sulla realtà dei fatti.
In relazione alle due problematiche , ci aspettiamo e chiediamo alla Procura della Repubblica di tenere una conferenza stampa che possa finalmente chiarire cosa abbiamo da temere in merito ai pericoli e alle ricadute sulla salute dei cittadini”.
Gli ambientalisti, unitamente ad altre associazioni del territorio come ‘Libera’, ‘Al di là dei sogni’, ‘Comitato don Peppe Diana’, cooperativa ‘Osiride onlus’, ‘Amici in movimento’, ‘Khorakhanè’ si dichiarano pronti a scendere in campo attraverso un sit-in di protesta, non violento e pacifico, proprio sulla variante della S.S. Appia: “Vogliamo sapere di che morte dobbiamo morire” motiva Giulia Casella.
LE DISCARICHE AURUNCHE–  Al vaglia degli ambientalisti anche la bonifica della discarica ‘La Selva’: “Ci sono le problematiche della discarica ‘La Selva’ sulla provinciale Sessa-Mignano e di un altro sito, definito impropriamente di ‘stoccaggio provvisorio’ in località ‘Cotoniera’ realizzato nel 2004 in piena fase di emergenza.
Ripetutamente – continua Casella – abbiamo investito le Amministrazioni comunale, provinciale e regionale sulla necessità di mettere in sicurezza e bonificare le due discariche, di cui la prima, privata, dichiarata abusiva dall’assessore regionale Clemente nel 1992. Sappiamo che il sito, inquinato e non bonificato, è stato acquistato dalla ‘Mediterranea Ambiente S.r.l., con sede a Marigliano (NA) il cui legale rappresentante è il sig. Bertone Christian. Ci chiediamo quale recondita possibilità di business possa nascondersi dietro tale operazione.
Il 28 settembre del 2011, Legambiente, a livello regionale e comunale, scrisse una lettera all’Assessore regionale on. Giovanni Romano, al Presidente della Provincia, on. Domenico Zinzi, ed al Sindaco di Sessa Aurunca, dott. Luigi Tommasino, chiedendo di affrontare finalmente la questione della bonifica delle discariche.
L’on. Zinzi il 6 ottobre 2011, si dichiarò disponibile ad istituire un tavolo tecnico per risolvere il problema. La stessa disponibilità fu offerta dal Sindaco Tommasino, con una lettera del’11 novembre 2011 e dall’Assessore Romano nell’incontro avvenuto in Regione qualche mese dopo. Il vice-sindaco Giuseppe Rocco ipotizzava di addivenire ad una soluzione politica; in caso contrario si impegnava a mobilitare la popolazione. Tanto in un’intervista del 16 novembre 2011 a ‘Interno18’.
Intanto – continua sempre Giulia Casella -  siamo venuti a conoscenza della stanziamento di 35 milioni di euro per la bonifica di tre  discariche localizzate nella nostra provincia, precisamente ‘Lo Uttaro’ a Caserta, ‘Parco Saurino 1 e 2’ a Santa Maria La Fossa, la ‘Sogeri’ a Castel Volturno. Per quest’ultima ‘privata’, sono stati stanziati 11 milioni di euro di cui 4,5 milioni ricavati dal fondo del ristoro ambientale destinato a Castel Volturno per aver ‘ospitato’ rifiuti provenienti da altre zone, come se anche nella discarica La Selva di Sessa Aurunca non fossero pervenuti rifiuti, anche tossici, provenienti da altre regioni, soprattutto del Nord.
Come se non bastasse, gli assessori regionali Romano e Cosenza, si sono adoperati affinchè il CIPE assegnasse, in via definitiva, il 25 maggio 2012, 10 milioni di euro per la messa in sicurezza della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte, in provincia di Benevento.
Le discariche di Sessa Aurunca, dalla Regione Campania, finora non sono state prese in nessuna considerazione. Ma i cittadini di Sessa Aurunca, trovandosi nella periferia dell’impero, sono forse figli di un dio minore?
Eppure la discarica ‘La Selva’, chiusa dal 1992, è localizzata a nord della città di Sessa Aurunca, in un impluvio naturale su rocce basaltiche. Se si dovessero abbattere nella zona nubifragi violenti come quelli che hanno devastato altre regioni italiane, si potrebbe determinare lo smottamento delle migliaia di tonnellate di rifiuti, non solo urbani, che vi sono stati smaltiti. Tutto ciò ci ha indotto a presentare una petizione che in pochi giorni ha raccolto circa 1.000 firme.
Inoltre si vuol sapere come sono stati utilizzati i fondi destinati dal CIPE il 20 gennaio 2012 per il 2010, alla Provincia (€371.478) ed al Comune (€742.957)”.
PROGETTO BANDIERA BLU - Sulla firma del protocollo del progetto ‘Bandiera Blu del Litorale Domitio’, Casella afferma: “Naturalmente ci rallegriamo per la firma del protocollo. C’è da dire a questo proposito che, nell’entroterra di Baia Domizia, nel cosiddetto ‘Pantano’, esistono tante case abusive, in gran parte 5 mila baracche censite dalla regione Campania, che sversano i loro rifiuti in alcuni canali come i 30 Palmi e quello in via delle Macchine i quali sversano nel canale dove si trova l’idrovora, inquinando anche le acque del mare. Il provvedimento di abbatterle fu affidato  a tre commissari. La demolizione, iniziata alla fine del 2009, si fermò a qualche insediamento, poi è finita li.
Va difesa anche la spiaggia del litorale domitio e , soprattutto, tutelato l’immenso patrimonio ambientale della pineta e delle dune, già troppe volte distrutte da persone senza scrupoli, per far posto a parcheggi e/o campetti di calcio etc.
Legambiente e le associazioni  ‘Libera’, ‘Al di là dei sogni’, ‘Comitato don Peppe Diana’, cooperativa ‘Osiride onlus’, ‘Amici in movimento’, ‘Khorakhanè’  - conclude Giulia Casella - hanno inoltrato un esposto su un incendio che ha devastato un ampio tratto di arenile nella zona ‘Punta Fiume’ alla foce del Garigliano e sulla mancata tutela delle dune”.
L’istanza a firma  di Giulia Casella, Legambiente; Valerio Taglione, ‘Comitato Don Peppe Diana’; Gianni Solino, ‘Libera’;  Simmaco Perillo, ‘Al di là dei sogni’; Ermelindo Campochiaro ‘Ulisse 2010’; Ciro Maisto, ‘Osiride onlus’; Marco Sorbo, ‘Amici in movimento’ e Roberto Rea, ‘Khorakhane’ , verrà inviata oggi al Corpo Forestale, al commissariato di Pubblica Sicurezza, al comando dei Carabinieri.
Durante l’incontro presente anche una rappresentanza degli ex lavoratori della Formenti Seleco che, nella persona di Roberto Catalano, hanno annunciato la creazione di un unico coordinamento tra associazioni, associazioni ambientaliste e movimenti locali, per rappresentare le istanze del territorio direttamente al Ministero. “La nostra area potrebbe proliferare, grazie al turismo ed alle nostre bellezze ambientali, migliaia di posti di lavoro – ha commentato Catalano – Dobbiamo lottare affinché ci siano più possibilità lavorative per i cittadini del territorio aurunco”. 







Nessun commento:

Posta un commento